
Un Pronto soccorso legale per i giornalisti vittime di querele pretestuose
Un Pronto Soccorso nazionale gratuito per giornalisti che ricevono querele pretestuose e non hanno l’assistenza del loro editore, un servizio per il quale Ossigeno mette a disposizione l’esperienza decennale del suo Sportello di Assistenza Legale, che dal 2015 a oggi ha assistito in giudizio 100 giornalisti in difficoltà riportando il 98% di vittorie, una metà a totale carico dello Sportello, l’altra metà con contributi per le parcelle degli avvocati. Questa la proposta scaturita dal convegno organizzato da Ossigeno per l’informazione, che opera anche con il sostegno del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e che ha organizzato l’incontro, nell’Auditorium della Casa del Jazz di Roma, per celebrare in Italia la ricorrenza annuale della Giornata mondiale dell’ONU per mettere fine all’impunità per i reati contro i giornalisti, che cade il 2 novembre. In apertura del convegno sono stati presentati i dati registrati dall’Osservatorio di Ossigeno: 158 giornalisti minacciati in più. In un aumento del 78% rispetto all’anno precedente. Solo nei primi sei mesi del 2025 i cronisti che hanno subito intimidazioni sono stati 361, contro i 203 dello stesso periodo nel 2024. Il numero degli episodi intimidatori classificati come deliberate violazioni della libertà di informazione è aumentato del 46%: sono stati 107 gli episodi di questo tipo, rispetto ai 73 del primo semestre 2024. E sono aumentate del 10% le minacce provenienti da esponenti pubblici, con oltre la metà che provengono da istituzioni locali (comunali o regionali) che in un terzo dei casi fanno ricorso a querele pretestuose, ma pure a minacce social o insulti (questi ultimi in salita del 17%). Sempre secondo i dati di Ossigeno sono cresciuti del 10% gli episodi di aggressione, soprattutto contro i cronisti locali impegnati a documentare situazioni di degrado e abusivismo. Le azioni legali pretestuose, le Slapp, restano la seconda forma più utilizzata, dopo gli avvertimenti, per intimidire i giornalisti. A livello territoriale, Lombardia, Lazio e Sicilia rimangono le regioni con il più alto numero di minacciati. L’Abruzzo – che registra il 3% delle vittime totali – peggiora la sua posizione in classifica per quanto riguarda la pressione intimidatoria (calcolata con il rapporto fra il numero di minacciati e la popolazione giornalista). Tra gli aspetti più preoccupanti che si leggono nel rapporto, c’è l’aumento della tendenza a non denunciare gli abusi fisici e verbali: nell’81% dei casi le vittime preferiscono non affidarsi alla giustizia, mentre nello stesso periodo del 2024 si trattava ‘soltanto’ di una persona su due. Diminuiscono invece le minacce di genere, ovvero rivolte alle giornaliste, ma cresce anche in questo caso la tendenza a non segnalarle alle autorità competenti. Si tratta di numeri limitati alle segnalazioni ottenute da Ossigeno, che opera in maniera indipendente. I dati del 2024 (quando l’associazione aveva contato 516 minacciati) superano quelli degli osservatori del Ministero dell’Interno (114), del Media Freedom Rapid Response (125) e del Consiglio d’Europa (8). E, comunque, “secondo noi nei primi mesi del 2025 ci sono stati molti più di 361 minacciati”, ha commentato Alberto Spampinato, presidente di Ossigeno. Paola Spadari segretaria del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, ha evidenziato come l’ondata emotiva che ha accompagnato la vicenda che ha colpito Sigfrido Ranucci debba essere sfruttata per riportare l’attenzione su questi temi e sulle querele temerarie. “Il 3 novembre- ha ricordato Spadari-saremo al tavolo convocato dal Ministero dell’Interno, sui giornalisti minacciati e porteremo, di nuovo all’attenzione del governo e del Parlamento, la questione della normativa anti-Slapp chiedendo il suo recepimento. Alla solidarietà devono seguire i fatti.” Molti gli interventi che si sono susseguiti in presenza e da remoto tra cui quelli di Riccardo Arena, Roberto Leone, Giuseppe Mennella,, Guido D’Ubaldo, Stefano Ferrante, Claudio Silvestri, delll’onorevole Gaetano Pedullà. Dalla redazione di Milano di Fanpage è intervenuta anche Giorgia Venturini, vittima nel settembre di quest’anno di una grave intimidazione mafiosa, che ha ricordato quanto sia importante non sentirsi abbandonate. L’avvocato Andrea di Pietro ha concluso entrando nel merito del progetto del Pronto soccorso per i giornalisti vittime di querele, che si dovrebbe creare con avvocati disponibili a fornire assistenza a titolo gratuito nelle prime fasi e disponibili ad assicurare poi, grazie ad un protocollo che preveda accordi concordati per le spese legali, un’assistenza completa.
