costante
EVENTI

28/06/2023

Costante: «Mobilitarsi per dare dignità a chi fa informazione»

«Tutti possiamo trovarci da un momento all’altro a essere braccianti dell’informazione». È iniziato con queste parole della Segreteria generale Fnsi Alessandra Costante il corso di formazione proposto dall’Ordine dei Giornalisti del Piemonte e organizzato dall’Associazione Stampa Subalpina sul tema delle condizioni attuali e future del lavoro giornalistico, che si è tenuto martedì 27 giugno, a Torino. Costante ha parlato del passaggio da Inpgi 1 a Inps e ha posto l’accento sulla trasformazione della professione e del mercato, sullo sfruttamento, l’elusione di costi e i vincoli del lavoro giornalistico: «I co.co.co – ha detto – sono i nostri rider, i nostri braccianti dell’informazione, con una media di 9.500 euro annui circa di reddito. Non esiste un contratto di questo tipo altrove nel mondo: o si è dipendenti o si è autonomi». Ma autonomi davvero, con un reddito che consenta di esserlo.

«Perciò credo che tutti insieme dobbiamo mobilitarci per cambiare le cose, per far sì che chi fa informazione possa farlo con la dignità di essere pagato, libero e autorevole. Quando questo non accade – sottolinea Costante – non c’è colpa, c’è solo la necessità di vivere e sopravvivere e la conseguenza sono giornali di scarsa qualità, figli del copia-incolla ed in balia di poteri politici ed economici». Costante fa poi un passaggio anche su giusto contratto, salario minimo ed equo compenso, tenendo alta l’attenzione anche su cosa accade in altri Paesi: «In Spagna, dove è stato introdotto il salario minimo, in realtà hanno un altro problema: che si è trasformato in salario massimo, cosa che per alcuni nostri colleghi precari sarebbe già comunque uno stipendio dignitoso, ma per altri diventa una debacle incredibile. È necessario perciò aprire un confronto per far sì che l’informazione in Italia sia riconosciuta, sia pagata il giusto e soprattutto smetta di essere vissuta male».

Silvia Garbarino, Segretaria Associazione Stampa Subalpina, ha inquadrato i problemi in una cornice preliminare: «Se dobbiamo capire chi siamo e dove andiamo, cominciamo con il dire che l’Italia è spaccata a metà dal punto di vista anagrafico: circa metà della popolazione ha più di 50 anni. In Piemonte abbiamo esattamente 2 milioni di under 50 e 2 milioni di over 50, e questo ha impatto su tutti gli aspetti della vita sociale, compreso il rapporto con l’informazione, con la tecnologia, e ovviamente con tutti i riflessi che questo comporta sull’occupazione e sulle prospettive del mercato del lavoro».

«Un altro dato importante è quello che riguarda il nostro sindacato: quasi il 50 per cento dei 1.300 giornalisti piemontesi è iscritto alla Subalpina, mentre sono ancora troppo pochi i pubblicisti – continua Garbarino – Lo dico perché credo che innanzitutto serva solidarietà, tra generazioni, tra professionali e collaboratori, e una strategia condivisa per resistere e dare speranza a chi è un bracciante e deve ambire ad essere un professionista dignitosamente riconosciuto anche dal punto di vista economico».

Dalla segretaria Garbarino e dal Presidente della Subalpina, Silvano Esposito, che ha moderato l’incontro, è seguita una panoramica su alcuni dei problemi aperti e più impellenti:

  • nelle redazioni: gli organici, i carichi di lavoro, l’impatto degli ammortizzatori sociali, la retribuzione;
  • rispetto ai freelance: oggi i lavoratori autonomi sono la maggioranza nella professione, e nei giornali, nell’online, nei network televisivi, negli uffici stampa sta assumendo proporzioni preoccupanti lo sfruttamento del contratto d’autore, dei cococo e delle partite Iva, rimarcando l’urgenza di definire un “equo compenso”;
  • negli uffici stampa pubblici: i giornalisti hanno ottenuto cittadinanza nei contratti del pubblico impiego, ma bisogna fare un passo avanti, arrivando a definire un ruolo professionale che riconosca la particolarità del lavoro giornalistico nella Pubblica Amministrazione.

Mimma Caligaris, della Giunta Fnsi, ha portato l’attenzione su un problema nel problema: le donne nella categoria, citando un’indagine sulle molestie di Giulia Giornaliste secondo la quale l’83% delle colleghe assunte ha dichiarato di averne subite di vario genere. E poi le penalizzazioni su stipendi e carriera: «Nelle nuove nomine Rai le donne sono scomparse» e guardando a Norma Rangeri, che ha appena lasciato la direzione del Manifesto dopo 14 anni, Caligaris conclude: «C’è un percorso da fare che passa attraverso la lingua e il linguaggio che usiamo. Se ci sono poche donne, nell’informazione non avremo alcuni temi, che saranno dimenticati e non affrontati anche dalla politica».

Antonella Mariotti, consigliera Fnsi, porta all’incontro il punto di vista delle redazioni locali e soprattutto alcuni dati di una ricerca dell’Università di Pisa circa gli effetti della pandemia sulle testate, tra chiusure e stipendi: «A La Stampa i collaboratori hanno redditi che difficilmente superano i mille euro al mese, ma attenzione: non c’è più sicurezza, non per gli articoli 1, tanto meno per i collaboratori».

Gianni Dimopoli, consigliere Fnsi, interviene ricordando Giuseppe Di Vittorio, anche lui un «bracciante che credeva nella dignità del lavoro», poi prosegue ribadendo l’importanza di tenere sempre presenti non solo i diritti ma anche i doveri, l’etica e la deontologia per fare bene il lavoro.

Del rapporto informazione-democrazia si è occupato Beppe Gandolfo, consigliere Fnsi,  mettendo l’accento sulla crisi dell’editoria e su quella che potrebbe essere l’assenza di uno spazio di discussione: «Quando chiuderanno le ultime edicole chi si preoccuperà di scovare le notizie che danno anche fastidio? Se scendessimo in strada e parlassimo di questi problemi, in quanti sarebbero a conoscenza di questa realtà? Nessuno andrebbe in una clinica dove un medico è sottopagato, perché siamo tutti attenti e disposti a fare debiti per la salute, mentre per l’informazione non siamo disposti a pagare, ci siamo abituati al fatto che è gratis. Ci va attenzione a questo problema, ma non attenzione solo nostra: ci va attenzione da parte della società, del Paese».

Ezio Ercole, consigliere nazionale Fnsi e vicepresidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, ha sottolineato il lavoro congiunto di sindacato e Ordine per contrastare un bando del Consiglio Regionale del Piemonte per un ruolo di addetto stampa dove tra i requisiti non è richiesto essere giornalisti. «Citando Papa Francesco, il giornalista non è un contabile della storia, ma chi vive con passione e partecipazione il lavoro, consuma la suola delle scarpe, usa il taccuino, la penna e lo sguardo – ha sottolineato Ercole – La politica non è mai amica del giornalista, i giornalisti non hanno amici. Quando la politica si è dimostrata amica in questi anni era per usarci, perciò dobbiamo evitarlo ed essere sempre all’altezza del nostro compito».

Stefano Tallia, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, ha concluso: «Come categoria dobbiamo interrogarci ma una volta individuati i mali, dobbiamo trovare delle strade. Se è vero che la nostra professione è fondamentale per la difesa a e la tutela della democrazia del nostro Paese. È necessario intervenire su riforme di sistema, come la legge dell’Ordine, che racconta una realtà che non esiste più in quel modo da decenni. Inoltre è necessario intervenire sul tema dell’intelligenza artificiale quanto prima, perché potrebbe avere conseguenze importanti per il futuro della categoria».

Eugenio Giannetta

agenda

Eventi formativi

L’agenda della formazione professionale continua dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte.

Eventi istituzionali

Tutti i nostri eventi istituzionali dedicati ai giornalisti del Piemonte.

Cerca: