ATTUALITA'

25/01/2025

Carico previdenziale sempre più gravoso sui giovani

Nel post Covid, il lavoro indipendente ha vissuto un progressivo recupero del forte calo iniziato nel nuovo Millennio: un fenomeno che si ricollega anche alla transizione demografica e al conseguente cambiamento della struttura per età dell’occupazione, come evidenzia il caso degli iscritti alle Casse di Previdenza. Secondo un report di Itinerari Previdenziali, per quanto riguarda il settore degli autonomi, il fenomeno dell’invecchiamento della forza lavoro è ben evidente nei dati relativi agli iscritti alle Casse Privatizzate, che fungono da primo pilastro previdenziale per i liberi professionisti. ll numero complessivo degli iscritti nel 2023 ha raggiunto la cifra di 1.609.158 persone, frutto di due dinamiche differenti: da un lato, un leggero calo dello 0,36% del numero di contribuenti attivi non pensionati, dall’altro, un incremento marcato del 7,98% dei pensionati attivi, categoria che ha raggiunto quota 119.228 individui. Allargando il periodo di analisi si nota come tra il 2005 e il 2023 il numero di contribuenti attivi sia cresciuto del 19,07%, mentre quello dei pensionati attivi ha segnato un +183,42%, con un peso sul totale passato dal 3,3% al 7,4%.

Per quanto riguarda i dati demografici Inpgi, gli iscritti ad oggi risultano per il 57% uomini, pari a 27.143, e il 43% donne, pari a 20.273. L’età media dei contribuenti Inpgi è invece di 53 anni.

Sempre secondo Itinerari Previdenziali, per gli Enti 103, a cui appartiene anche l’Inpgi, data la loro ‘recente istituzione’ le prestazioni pensionistiche erogate sono ancora in numero limitato, per cui il rapporto entrate/uscite risulta positivo anche se fisiologicamente in diminuzione per effetto dell’invecchiamento degli iscritti e della conseguente maturazione dei requisiti pensionistici per la componente più anziana. La percentuale di tutti i professionisti italiani over 60 è quasi raddoppiata negli ultimi 19 anni – continua Itinerari Previdenziali -passando da circa il 10% a oltre il 20%, mentre all’opposto quella di under 40 è diminuita dal 41% a circa il 27%. La fascia degli iscritti con età compresa tra i 60 ed i 70 anni, che nel 2005 rappresentava il 7,2% del totale degli iscritti, è aumentata al 17,4% nel 2023 e quella tra i 50 e i 60 anni è passata dal 18% del totale al 25,3%. Nel complesso, gli iscritti tra i 50 e i 60 anni costituiscono oggi il gruppo più numeroso, seguiti da quelli tra i 40 e i 50 anni: queste due fasce rappresentano oltre il 50% degli iscritti. Numeri che, insieme alla crescita dei pensionati attivi, evidenziano il prolungamento della vita lavorativa e un cambiamento culturale e strutturale che suggerisce la necessità di politiche previdenziali e lavorative che tengano conto di una forza lavoro sempre più diversificata per età e modalità di esercizio della professione. I dati sopra descritti mettono infatti in risalto una problematica che, pur tenendo conto delle differenze tra lavoratori autonomi e dipendenti, li accomuna: un numero crescente di individui anziani rispetto ai giovani e un carico previdenziale sempre più gravoso sulle generazioni attive che richiedono interventi mirati a equilibrare i rapporti generazionali, garantendo la sostenibilità nel lungo periodo.

E’ possibile scaricare il rapporto integrale di Itinerari Previdenziali qui:

https://www.itinerariprevidenziali.it/site/home/biblioteca/pubblicazioni/dodicesimo-rapporto-bilancio-del-sistema-previdenziale-italiano.html

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