saluzzo
ATTUALITA'

27/01/2025

È tempo di una nuova legge regionale sull’editoria

Riunire i soggetti interessati per comprendere i bisogni: serve uno strumento di lungo periodo

Nelle stesse ore in cui centinaia di giornalisti, molti dei quali piemontesi, prendevano parte a Roma al Giubileo della comunicazione, sono intervenuto a Saluzzo al convegno sull’informazione nel mondo cattolico organizzato nella giornata dedicata a San Francesco di Sales patrono dei giornalisti. Accanto a me i direttori di due delle più vivaci realtà dell’editoria locale piemontese, Alberto Gedda, che dopo una lunga e prestigiosa carriera in Rai guida ora il Corriere di Saluzzo e Walter Lamberti, al timone del “La Fedeltà” di Fossano da oltre dieci anni. Con loro mi sono confrontato sul futuro della stampa locale, un settore colpito una decina di anni fa da una crisi fortissima e che però, dopo fatiche e tagli dolorosi, sta ora trovando un nuovo punto di equilibrio. Accanto alle testate native digitali che hanno potuto proporsi sul mercato senza il fardello dei costi della riconversione, anche le aziende tradizionali stanno trovando il giusto mix tra carta e digitale e con questo anche un equilibrio economico, pur se su volumi più bassi rispetto al periodo precedente la crisi. È un percorso importante perché, come ho avuto modo di ricordare a Saluzzo, questo non era affatto scontato e il rischio, concreto, era quello di vedere scomparire voci importanti dei nostri territori.

Ora però è giunto il tempo di compiere un ulteriore salto di qualità e per farlo c’è bisogno dell’intervento delle istituzioni, il cui sostegno alla stampa locale non può limitarsi alle buone intenzioni. Se a livello nazionale si sta discutendo di come riformare la legge sulla stampa che assicura contributi essenziali all’informazione locale, è tempo che anche in Piemonte si metta in cantiere una nuova legge regionale sull’editoria che, senza cancellare gli aiuti che vengono già stanziati, possa permettere di guardare anche a un futuro più lontano.  

Il primo passo credo dovrebbe essere rappresentato da una raccolta dei bisogni riunendo intorno allo stesso tavolo tutti gli attori del settore: testate della carta stampata come del web, organizzazioni professionali e organizzazioni sindacali oltre che, naturalmente, le istituzioni locali.

L’obiettivo finale, come detto, dev’essere quello di offrire al settore uno strumento moderno che non si limiti a distribuire qualche finanziamento ma che metta le aziende in condizione di progettare il proprio futuro. Mi riferisco ad ausili per la realizzazione di piattaforme digitali come allo sviluppo di sinergie tra testate e amministrazioni locali nell’ambito dei servizi alla cittadinanza. Non va poi sottovalutato l’allarme lanciato proprio in questi giorni dalla Fieg sulla scomparsa delle edicole che lascia interi territori privi di un punto vendita dei giornali. Se è vero che il futuro sarà sempre più digitale, non bisogna dimenticare che una parte ancora importante del business delle aziende editoriali deriva ancora dalla carta.

Se pensiamo che l’informazione sia un baluardo per la democrazia, a maggior ragione in un’epoca nella quale il culto della post-verità e l’utilizzo incontrollato dell’intelligenza artificiale potrebbe minare i cardini della nostra società, sono necessarie azioni concrete. Azioni che sappiano difendere il bene comune della libera informazione.      

Stefano Tallia, Presidente Ordine dei Giornalisti del Piemonte

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