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ATTUALITA'

21/12/2023

Divieto per ordinanze di custodia: limita diritto ad essere informati

Non si potranno pubblicare le ordinanze di custodia cautelare, nemmeno per estratto

Nota del Comitato Esecutivo del Consiglio nazionale dell’Ordine

L’Ordine dei giornalisti è fortemente preoccupato per la norma approvata alla Camera, che introduce il divieto di pubblicazione “integrale o per estratto” del testo delle ordinanze di custodia cautelare, fino al processo, perché farà calare il silenzio sulle inchieste più delicate e importanti che portano all’arresto degli indagati.

Il divieto pubblicare anche solo “stralci” delle ordinanze di custodia cautelare non ha nulla a che vedere con il principio di presunzione di innocenza, ma costituisce una pesante limitazione del diritto di cronaca. Ai cittadini viene impedito di conoscere le motivazioni che hanno determinato gli arresti e quindi di sapere quali sono i motivi che hanno indotto magistrati e forze dell’ordine ad assumere provvedimenti che limitano la libertà individuale. I cittadini devono sapere perché vengono presi provvedimenti così pesanti  per poter esercitare un controllo sull’operato della magistratura.

Con questo voto la politica sta cercando di chiudere il cerchio per impedire ai cittadini di sapere cosa accade nei palazzi di giustizia: questa norma si salda al decreto presunzione di innocenza, in base alla quale una sola persona – il Procuratore della Repubblica – decide se e quali notizie comunicare alla stampa; ruolo già oggi interpretato in maniera immotivatamente restrittiva: i comunicati diramati dalle procure contengono scarni particolari e omettono i nomi.

Per finire, per punire i giornalisti che si ostineranno a voler informare i cittadini, in Senato è in discussione la riforma della legge sulla diffamazione che prevede di introdurre sanzioni pecuniarie spropositate, fino a 50mila euro. In tal modo si vuole mettere il bavaglio all’informazione, che non ha nulla a che vedere con la tutela degli indagati: l’intenzione evidente è quella di evitare che i giornalisti possano continuare a fornire ai cittadini i particolari relativi agli scandali che riguardano i potenti. Qualcuno vorrebbe una stampa che si limiti alle veline e si occupi soltanto di furti al supermercato e spaccio di poche dosi di hashish.

«La norma approvata dal Parlamento – spiega Stefano Tallia, Presidente Ordine dei Giornalisti del Piemonte – che vieta la pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare, vale a dire l’atto con il quale viene motivata la privazione della libertà personale, rappresenta un ulteriore limite posto alla libertà di stampa, oltre che una minaccia per le garanzie democratiche di tutti i cittadini. Ancora una volta dietro al paravento della “presunzione d’innocenza” si nasconde l’obiettivo reale di impedire all’opinione pubblica di conoscere in tempi rapidi la verità su fatti di cronaca di grande rilievo. Solo in apparenza si tratta di un provvedimento a garanzia degli imputati perché, come del tutto evidente, il fatto che non siano rese note fino al processo le ragioni di un arresto avvicina il nostro sistema giudiziario a quello di paesi che hanno ben poco a che vedere con la democrazia. Una norma in palese contrasto anche con quanto richiesto dalla Corte Europea per i diritti dell’uomo, secondo quale “la trasparenza delle funzioni del pubblico ministero e delle indagini rappresentano una componente essenziale dello Stato di diritto e, al tempo stesso, una delle garanzie del giusto processo”. Parole che non si possono che sottoscrivere».

Continua Tallia: «All’opposto di quanto richiesto dalle associazioni dei giornalisti che in questo anno e mezzo hanno sollecitato una revisione delle nuove norme sulla presunzione d’innocenza che già oggi limitano il lavoro dei cronisti, la maggioranza di governo, con il sostegno anche di alcune forze di opposizione, chiude invece ulteriormente la porta alla circolazione delle informazioni. Ancora una volta si tratta di ricordare che i primi bersagli di questi provvedimenti non sono solo i giornalisti, ma gli stessi cittadini che vengono privati del diritto di conoscere i fatti, un elemento indispensabile per orientare il proprio pensiero. Il necessario punto di equilibrio tra il diritto di cronaca e i diritti delle persone sottoposte a indagine non si troverà con provvedimenti estemporanei ma promuovendo il confronto tra tutti i soggetti coinvolti e cercando soluzioni condivise nell’interesse del paese».

La Fnsi ha convocato una giunta straordinaria per organizzare la mobilitazione della categoria, assieme alla società civile, contro il nuovo bavaglio al diritto di cronaca rappresentato dal divieto di pubblicare le ordinanze di custodia cautelare. «Si tratta – spiega Alessandra Costante, segretaria generale della Federazione nazionale della Stampa italiana – di un provvedimento liberticida non solo nei confronti dell’articolo 21 della Costituzione, ma anche nei confronti delle libertà individuali. È pericolosissimo che non si sappia la motivazione per cui una persona viene arrestata o meno. E non è pericoloso solo per la libertà di stampa, è pericoloso anche per lo stesso destinatario del provvedimento di custodia cautelare in carcere».

Per la segretaria generale del sindacato dei giornalisti, «il ricordo delle dittature, dei desaparecidos, delle persone che alle porte dell’Europa vengono fatte sparire senza che nessuno ne sappia nulla, penso ad esempio ad Alexei Navalny, deve far crescere la nostra attenzione, ma anche quella dei direttori dei giornali, che devono essere al fianco dei colleghi in questa lotta, e delle istituzioni. Chiediamo fin d’ora al presidente della Repubblica Sergio Mattarella – conclude Costante – di non firmare una legge che potrebbe essere fonte di immani distorsioni dei diritti».

In conclusione, la mobilitazione dei giornalisti non si fa attendere e la categoria, tramite le sue Associazioni, si riunisce e compatta sul principio e sul valore della libertà di stampa: ad aderire le Associazioni dei giornalisti di Lombardia, Lazio, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Calabria e Molise, riunite nel gruppo Alleanza per il giornalismo, che chiedono alla Federazione Nazionale della Stampa Italiana di proclamare uno sciopero nazionale e l’avvio di una campagna di lotta contro il provvedimento che uccide la cronaca.

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