ATTUALITA'

17/08/2023

Patrick Walters: «Il giornalismo è un bene pubblico vitale come strade, ponti e scuole»

A inizio agosto su Scientific American è uscito un articolo di Patrick Walters, insegnante di giornalismo alla Washington and Lee University ed ex reporter di Associated Press, intitolato “Journalism Is a Public Good and Should Be Publicly Funded”, con sottotitolo “U.S. journalism needs to be treated as a “public good” like roads, schools and bridges”. La traduzione è molto semplice: Il giornalismo è un bene pubblico e dovrebbe essere finanziato con fondi pubblici, come strade, scuole e ponti. Sul tema dei finanziamenti ai giornali qualche tempo fa avevamo intervistato Chiara Genisio, Direttore di Agd e Vicepresidente Fisc (Federazioni italiana settimanali cattolici), la quale aveva parlato in questi termini della Legge 70, ovvero quella che disciplina i contributi diretti alle imprese editrici di quotidiani e periodici: «Il pluralismo, credo, deve essere accessibile e l’online apre una possibilità importante, è un mercato in evoluzione che va ancora molto esplorato. Penso che l’informazione che è solo informazione è giusto che sia finanziata, con giusti parametri e con un sostegno a sviluppare altri canali, come per esempio il digitale, con una adeguata formazione alla multimedialità».

L’articolo di Walters mette in evidenza prima di tutto i tagli redazionali e le chiusure di molti giornali, con una crisi ancora più acuta a livello locale, ma anche che «il giornalismo è un bene pubblico vitale, che, come strade, ponti e scuole, merita il sostegno dei contribuenti. Stiamo già vedendo – scrive Walters – gli effetti disastrosi di consentire altrimenti alle notizie di disintegrarsi nel libero mercato: vale a dire, un flusso costante di disinformazione, spesso mascherata da notizie legittime, e troppe comunità lasciate senza una fonte di qualità di notizie locali. L’ex redattrice pubblica del New York Times Margaret Sullivan ha definito questa una crisi della democrazia americana».

L’articolo prosegue citando altri esempi di giornalismo, come il non profit, gli sforzi collaborativi e il citizen journalism, purtroppo però non sufficienti a colmare il vuoto causato dalla crisi. Tra le tesi, Walters riporta quella di Victor Pickard dell’Università della Pennsylvania, che ha affermato l’importanza di garantire l’accesso del pubblico a un “sistema di media diversificato e informativo. «Questo approccio ai media – scrive Walters – è assolutamente necessario, soprattutto in un ecosistema dell’informazione invaso dagli approcci orientati al profitto e basati su algoritmi di piattaforme tecnologiche come Google, Twitter (alias X) e Facebook, che danno priorità ai clic piuttosto che al servizio pubblico. […] È necessario – continua – un cambiamento fondamentale nella visione americana del giornalismo. Le informazioni di qualità non possono essere viste come un lusso facoltativo per i benestanti. Dobbiamo vederlo come un bisogno critico, come scuole, strade, ponti, acqua pulita e personale di emergenza. Visto in questo modo, l’argomento per il giornalismo finanziato con fondi pubblici cambia radicalmente».

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